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Milano · maggio 16, 2023

La tecnologia finanziaria rappresenta un’opportunità da 54 Miliardi di dollari per le aziende Italiane

Lo studio di Adyen rileva che nel 2022 il commercio unificato ha spinto la crescita del settore retail di 8 punti percentuali.

Retail Report 2023

Adyen (AMS: ADYEN), la piattaforma tecnologico finanziaria scelta da molte aziende leader a livello globale, annuncia i dati del Retail Report 2023, uno studio realizzato a livello internazionale dal quale emerge come la tecnologia possa fare la differenza soprattutto in uno scenario macroeconomico segnato dall’inflazione. I consumatori sono a caccia di convenienza e tendono a premiare le aziende che hanno adottato soluzioni di commercio unificato, ovvero di gestione integrata dei diversi canali di vendita e di tutti i pagamenti (in-store, e-commerce e mobile) in un’unica interfaccia.

Secondo la ricerca, condotta dal Centre for Economic and Business Research, le aziende omnicanale a gestione unificata del business, hanno visto una crescita superiore di 8 punti percentuali nel corso del 2022. Se questo modello fosse adottato più diffusamente dai retailer porterebbe al settore un volume di affari pari a 54,2 miliardi di dollari. A livello globale, lo sviluppo di un approccio multicanale potrebbe generare ricavi pari a 1,5 trilioni di dollari. I modelli economici utilizzati dal Cebr rivelano dunque come il commercio unificato, che prevede l’unione della gestione dei pagamenti online e offline in un unico sistema, favorisca una maggiore resilienza del commercio al dettaglio in un contesto complesso come quello attuale.

Per lo sviluppo del report, Adyen ha inoltre commissionato due diversi sondaggi che hanno coinvolto 36.000 consumatori in 26 paesi e 12.000 commercianti in 24 paesi per capire come lo scenario attuale, caratterizzato da una crescente inflazione, stia condizionando il comportamento degli acquirenti e come le aziende si stiano adattando ai cambiamenti in atto. 

Gli italiani e la convenienza

In Italia, la stragrande maggioranza dei consumatori (83%) ha dichiarato di dedicare più tempo alla ricerca di offerte e prezzi convenienti a causa dell'attuale scenario economico. Una percentuale superiore ai dati internazionali aggregati, dove questa tendenza è emersa per il 78% degli intervistati.

Inoltre, più di un terzo degli italiani (37%) afferma di aspettare momenti chiave nel corso dell’anno come il Black Friday o i saldi stagionali prima di effettuare un acquisto. Adeguandosi alle nuove esigenze, il 48% dei commercianti italiani ritiene che l'impatto dell'inflazione sia tale da dover offrire sconti ai consumatori tutto l'anno. 

In linea con i dati globali, dal sondaggio è emerso inoltre che, di fronte all'aumento del costo della vita, la personalizzazione dell’esperienza di acquisto e la fidelizzazione al marchio sono diventati elementi sempre più importanti per gli acquirenti in Italia. Più di due terzi (68%) vorrebbe poter usufruire maggiormente di sconti sui prodotti e quasi la metà (48%) dichiara di preferire aziende e marchi che registrano le preferenze di navigazione effettuate durante precedenti acquisti on line, in modo da usufruire di un percorso d’acquisto personalizzato. Nonostante la crescente richieste di esperienze su misura, il 42% dei retailer afferma che è sempre più difficile classificare i clienti in base ai comportamenti, non riuscendo sempre a soddisfare le singole esigenze, percentuale che arriva al 52% a livello internazionale.

I vantaggi della tecnologia

Analizzando le preferenze di acquisto dei consumatori, emerge come l’Integrazione tra on line e off line favorisca in maniera significativa il legame dei clienti con i brand e li spinga a tornare in negozio per nuovi acquisti. Una significativa percentuale degli intervistati in Italia afferma infatti di rimanere più fedele ai chi offre servizi ibridi come la possibilità di acquistare online e restituire in negozio (60%) o la comodità di valutare un acquisto in negozio per poi concludere l’acquisto online, o viceversa (42%)

Inoltre, l’esperienza di acquisto in negozio integrata con strumenti e servizi tecnologici quali le casse self-service, il QR code o l’utilizzo delle applicazioni durante il check-out è valutata positivamente dai consumatori italiani: più di un terzo (35%) ha dichiarato di essere soddisfatto perché la tecnologia rende gli acquisti più veloci e un quarto (25%) ha affermato che visiterebbe più spesso un negozio che offre servizi di acquisto integrati con soluzioni tecnologiche.

Nonostante i risultati, la ricerca ha evidenziato che solo il 20% dei marchi italiani ha già cominciato ad investire in soluzioni a supporto del commercio unificato. Il 33% afferma di stare iniziando ad investire e il 39% è in fase di valutazione. Risultati simili a quelli emersi a livello internazionale, dove emerge che il 17% delle aziende sta già investendo nello Unified Commerce.

La tecnologia per espandersi in nuovi mercati

L’investimento in tecnologia può inoltre sostenere l’espansione delle aziende in nuovi mercati. Con un mercato locale che offre opportunità limitate, l’internazionalizzazione rappresenta la prima opzione per crescere, qualsiasi sia il settore di appartenenza. La propensione delle aziende a uscire dai confini italiani è in linea con la media globale, sono il 66% (contro il 68%) le aziende italiane che prevedono di espandersi in nuovi mercati nel 2023, la maggior parte (40%) attraverso l’e-commerce e il 26% tramite l’apertura di negozi fisici.

In particolare, dall’Italia si va in Germania (42%), Francia (42%), Spagna (22%) e UK (19%). Se l’ambizione travalica i confini europei, i mercati di riferimento sono gli Stati Uniti (18)%, storico mercato per i prodotti made in Italy, Cina (12%) e Canada (12%).

Per cercare di adeguarsi alle esigenze dei clienti stranieri, alcune aziende stanno ampliando i propri servizi legati alle metodologie di pagamento: Il 25% per esempio accetta metodi di pagamento internazionali come AliPay o WeChat Pay e il 34% è anche attrezzato per i nuovi portafogli digitali.

"Il comportamento dei consumatori si è evoluto rapidamente negli ultimi anni e le strategie che i le aziende retail prendono ora in merito agli investimenti tecnologici sono più importanti che mai", ha dichiarato Roelant Prins, Chief Commercial Officer di Adyen. "La nostra ricerca ha evidenziato come l'uso della tecnologia, e in particolare del commercio unificato, possa supportare la crescita delle aziende con un approccio più agile e sofisticato che le aiuti a comprendere le tendenze dei clienti e le mutevoli richieste." 

"La piattaforma tecnologica finanziaria di Adyen si fonda sul commercio unificato, ovvero fa confluire i dati di tutti i pagamenti di un'azienda all’interno dello stesso sistema. In questo modo si ottiene un'efficace visione d'insieme dei clienti, permettendo di soddisfare le loro aspettative al momento dell’acquisto. Il retail è uno dei settori che si sta evolvendo più rapidamente in tutto il mondo e la tecnologia si sta affermando come fattore chiave nel garantire la resilienza del business nel contesto attuale". Conclude Prins.

Informazioni sulla ricerca

 Ricerca Consumer

- 36.000 adulti nel Regno Unito, Singapore, Malesia, Hong Kong, Giappone, India, Australia, Irlanda, Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Germania, Austria, Svizzera, Polonia, Belgio, Paesi Bassi, Norvegia, Danimarca, Svezia, USA, Canada, Messico, Brasile ed Emirati Arabi Uniti.

La ricerca è stata condotta da Opinium LLP tra il 3 e il 17 febbraio 2023.

Ricerca B2B 

- 12.328 commercianti di Regno Unito, Singapore, Hong Kong, Giappone, Australia, Emirati Arabi Uniti, Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Germania, Polonia, Belgio, Paesi Bassi, Brasile, Norvegia, Danimarca, Svezia, USA, Canada, Malesia, Messico, Irlanda e India (almeno 500 aziende intervistate in ciascun Paese)

Indagine condotta da Censuswide tra il 06.02.2023 e il 01.03.2023.

Metodologia Cebr

L'analisi di Cebr include, a titolo esemplificativo, il totale dei ricavi aggiuntivi che verrebbero generati dalle aziende dei Paesi analizzati nell'indagine che non utilizzano determinati tipi di tecnologia (compreso il commercio unificato) se li utilizzassero e vedessero l'aumento dei ricavi implicito nei risultati dell'indagine.

Il calcolo utilizza il numero di esercizi al dettaglio in ciascun Paese che non utilizzano ciascuna delle cinque tecnologie di vendita analizzate (che hanno un'associazione positiva con la crescita dei ricavi) e il potenziale aumento dei ricavi calcolato utilizzando i tassi di crescita dei ricavi e i dati sui ricavi medi degli esercizi al dettaglio in ciascuno dei Paesi analizzati.

L'indagine ha analizzato 12.328 commercianti di Regno Unito, Singapore, Hong Kong, Giappone, Australia, Emirati Arabi Uniti, Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Germania, Polonia, Belgio, Paesi Bassi, Brasile, Norvegia, Danimarca, Svezia, USA, Canada, Malesia, Messico, Irlanda e India.

I dati OCSE sulle imprese del commercio al dettaglio sono stati utilizzati per stimare il fatturato totale e il numero di imprese del settore per tutti i Paesi, ad eccezione di India, Messico ed Emirati Arabi Uniti. Queste statistiche si basano sui dati del 2020, a parte alcune statistiche selezionate specificate nel rapporto.